venerdì 26 dicembre 2014

26. Storia della pedagogia: ATTIVISMO PEDAGOGICO – SCUOLE NUOVE

Durante la fine dell’800 nascono le scuole nuove per la formazione della personalità autonoma e per un’ educazione centrata sull’alunno.
Esse sono delle iniziative private ed hanno lo scopo di formare la futura classe dirigente.
Generalmente si tratta di autentici laboratori di pedagogia pratica, con un’ atmosfera famigliare, lavoro manuale, vita all’aria aperta, coeducazione dei sessi e un organizzazione democratica.
L’ insegnamento deve formare la cultura generale e la specializzazione fondata sugli interessi e sull’esperienza. Ci devono poi essere attente considerazioni psicopedagogiche dello sviluppo dell’alunno al fine di formarlo come uomo e cittadino.
Si sono verificati dei tentativi di unificazione come per esempio, la fondazione a Ginevra dell’Ufficio Internazionale delle Scuole Nuove nel 1899, la fondazione dell’ Istituto Superiore delle Scienze dell’ Educazione nel 1912, e infine la Fondazione della Lega internazionale per l’ educazione nuova, nel 1921.

PRIME ESPERIENZE

Le prime esperienze nascono da prove concrete, con la rivalutazione di spazi e strumenti.
Ne segue la critica dei modelli educativi anteriori, con nuovi valori sociali, educatori più preparati.
Nel 1889 Cecil Reddie apre a Abbotsholme la new school. Si tratta di una scuola-convitto per classi elevate e prevede un ampia formazione scientifica e linguistica arricchita da lavori manuali, viaggi, visite e sport.
Nel 1893 John Haden Badley apre una scuola simile alla precedente aperta ai due sessi.
Nel 1903 Robert Baden-Powell teorizza l’ associazione dei ragazzi nello scoutismo.
Risultato immagini per Robert Baden-Powell"Si tratta di un percorso formativo parallelo a quello scolastico basato sull’ esplorazione, sul contatto con la natura, sul senso di gruppo, sulla disciplina e sugli ideali umanitari. Questa scuola otterrà un grande successo.

L’ esperienza delle scuole nuove si diffonde anche in altri paesi :
in Germania con Hermann Lietz, Gustav Wyneken, Paul Geeheb;
in Francia con Edmond Demoils;
in Spagna con Andrei Manjon.
In Italia si creano istituti finalizzati all’educazione popolare.
Il direttore didattico Pietro Pasquali (1847-1921) riforma gli asili sulle indicazioni del kindergarten di Frobel.

Le sorelle Rosa e Carolina Agazzi creano nel 1895 a Mompiano (Bs) la prima scuola materna.
Viene creato un asilo sul modello di Frobel, dove viene eliminata la preconizzazione istruttiva e viene messa in luce l’ atmosfera familiare.
La presenza materna è data dalle educatrici che devono essere flessibili e sensibili, devono avere uno spirito di iniziativa e infine devono saper coordinare il lavoro e la vita dei bambini.

La scuola è simile a una casa dove il bambino è impegnato in attività individuali libere e sorvegliate. Il bambino deve poter fare da se cooperando il gioco e le attività. Le attività sono di vario tipo come per esempio la recitazione, il disegno, come pulizia, preparazione del tavolo, spostare materiale, giardinaggio..
Esiste l'arte delle piccole mani: disegno, con molti materiali. La recitazione: piccoli episodi e situazioni infantili.
Vengono fatti anche esercizi verbali collettivi come per esempio la conversazione, il dialogo ed il canto per sviluppare anche le capacità linguistiche.

La nuova educatrice deve essere flessibile e sensibile, con spirito di iniziativa, deve coordinare il lavoro e la vita dei bambini.
Gli ambienti e i materiali devono essere simili a casa: le occupazioni domestiche, artigianali, agricole. Esiste un museo delle cose umili dove si riuniscono tutti i materiali didattici: spago, rocchetti di filo , palline ( non sono oggetti intesi come i doni di Frobel, con significati simbolici, ma le semplici cose che i bambini avevano in tasca).
Ci sono due tipi di educazione:
sensoriale: dal colore alle forme naturali a quelle geometriche, rappresentazione di oggetti colorati, poi ritaglio, seriazione, costruzione, analisi della materia, confronto tra oggetti.

linguistica: esercizi verbali collettivi, nomi dei contrassegni, fornendo parole più lunghe e complesse, conversazione, dialogo, canto.